Porto Rafael Shire
Se dopo un’intensa giornata di mare vi prendesse la nostalgia della vecchia cascina in centro Italia dove passavate i mesi estivi, e aveste voglia di sorseggiare quell’ottimo vino che si procurava vostro nonno e che non siete mai più riusciti a bere altrove; se proprio oggi dareste qualsiasi cosa pur di starvene seduti ancora sotto ai fichi a sentire gli aneddoti sulla vostra famiglia raccontati dal fattore, sempre uguali e ripetuti centinaia di volte; se insomma barattereste il tramonto perfetto di adesso davanti alla veranda di Villa Aidan con una versione del sole meno performante, preferendo quando si intreccia alle fronde degli alberi e si infrange dietro alle colline, sprigionando crepuscoli lunghi e ombrosi; ebbene, anche se ne avreste tutte le ragioni, non abbandonate l’isola. É nostro dovere informarvi che la cascina della vostra infanzia ormai é circondata da anonimi complessi residenziali che delimitano i confini della città, diventata vicinissima e incombente. Sotto agli alberi di fico non c’è più il lungo tavolaccio di legno su cui faticavate coi compiti di scuola, prima di fare merenda con grosse fette di pane insipido e l’olio nuovo: l'ampio spazio é destinato al parcheggio per i visitatori e dove c'erano le stalle ha aperto un ristorante mediocre, assalito da mandrie di gente in cerca di souvenirs. La storia dei vostri avi e dei vostri luoghi, gli intrecci improbabili e rocamboleschi che vi hanno consegnato al presente come piantine novelle dalle radici forti e invisibili, è diventata un riassunto conciso imparato a memoria da una guida del luogo (e a dire il vero in bocca al fattore sembrava molto più appassionante e credibile).
Quando insomma l’arcipelago della Maddalena comincia a starvi stretto, ma anche le notizie che giungono dal continente appaiono desolanti, poco distante da Porto Rafael si attiverà in tempo reale un apparato scenografico per disperdere ogni malinconia, lungo un itinerario agreste attraverso le principali tenute vinicole della Sardegna, che vi restituirà intatti quasi tutti i vostri ricordi. In un contesto che si stende tra morbide colline, ripidi boschi e monti rocciosi, dove si fa fatica a credere di essere circondati dal mare, potrete trascorrere ore placide e rivivere l’incanto delle favole ripetute ad oltranza, quando il titolare della tenuta vi verrà incontro con un sorriso aperto per darvi il benvenuto.
Vi racconterà del suo bisavolo che aveva deciso quasi per gioco di destinare parte del terreno all’uva, quando il vino serviva solo a soddisfare i suoi bisogni familiari e della comunità più prossima; si illuminerà come un bambino nel rievocare l'attimo in cui ha intuito di poter osare di più; parlerà dei suoi primi investimenti e ampliamenti, delle trasferte su e giù per l’isola, quando le scorte dell’annata precedente cominciano a scarseggiare, e gli ordini di bottiglie ad aumentare. Vi stupirà con il suo inglese impeccabile, e si scuserà di apparire stanco, ma è appena sbarcato da Hong Kong, e tra pochi giorni ripartirà per Berlino. Non svelerà mai però qual'è il suo ingrediente segreto, quello che vi sta danzando in bocca dentro un sorso di Cannonau. Nel raggio di pochi chilometri, irrequieti e competitivi come fratelli di padri diversi, i vinificatori locali si contendono l'amore della madre terra a suon di creatività e perfezionismo, che oggi rendono i vini sardi un'eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.
Nell’area di Obia – Tempio, incrociando la provincia di Arzachena, Porto Cervo e Luogosanto si trovano alcune tra le cantine più pregiate dell'isola: Capichera, Cantina delle Vigne, Vigne Surrau, Tenute Olbios, Siddura e, degna di nota particolare, la cantina Concaentosa. Se passate di qui all’ora dell'aperitivo, vi potrete imbattere in Nicolina mentre fa ritorno dal frutteto. Se le state simpatici, vi preparerà un piatto di gnocchi al pomodoro dolce, a cui farà seguire, senza soluzione di continuità, frittate, affettati e dell’ottimo pecorino. Per brindare alla vostra salute stapperà l’etichetta più costosa della dispensa sotto lo sguardo terrorizzato del figlio Emanuele, a cui sono andate ufficialmente le redini dell'azienda: conoscendo la madre sa che non si fermerà a un’unica bottiglia. Nicolina, proprietaria terriera che da giovane competeva coi maschi nella pesca subacquea, e che inorridisce di fronte a qualsiasi forma di sottomissione femminile, coglie lo sgomento di Emanuele e di punto in bianco informa gli ospiti che in Sardegna ancora oggi vige il matriarcato. Con un tono di voce pacato, limpido come i suoi occhi azzurri, aggiunge poi senza dar peso che, fino a prova contraria, tutto quel che vi circonda a perdita d'occhio le appartiene: sembrano le parole di una divinità arcaica, invece è la verità. Ritornerete a Porto Rafael sedotti da Nicolina e stranamente sobri, come per un incantesimo scherzoso, che persisterà anche l'indomani, quando comincerete a chiamare Villa Aidan "la mia tenuta di campagna", creando lo sconcerto intorno a voi. Poi Nicolina si stuferà di tenervi in scacco, mormorerà due parole magiche e voi rivedrete il mare, che comunque non si è mai mosso da lì.




